1899, recensione (senza spoiler): i creatori di Dark ci riprovano con un nuovo mistery sci-fi

Il 17 novembre debutta su Netflix 1899, la nuova serie originale creata da Baran bo Odar e Jantje Friese, gli ideatori di Dark.

Il loro nuovo prodotto è al livello della celebre serie tedesca? Vale la pena guardarlo? L’abbiamo visto in anteprima e ve ne parliamo senza spoiler dopo il trailer.

1899 segue le vicende dei passeggeri di una nave diretta a New York, ognuno dei quali di nazionalità europea diversa, ma accomunati dalla speranza di un futuro migliore oltreoceano. Il viaggio, tuttavia, subisce una svolta imprevista con l’avvistamento di un’altra imbarcazione di migranti alla deriva, al cui interno si cela un mistero che trasformerà la traversata verso l’America in un incubo.

Il cast di questa serie è composto da molti attori provenienti da prodotti locali originali Netflix di successo, a cominciare da Andreas Pietschmann (Dark), qui protagonista insieme a Lucas Lynggaard Tønnesen (The Rain), Clara Rosager (The Rain), Miguel Bernardeau (Elite), Anton Lesser (The Crown, Game of Thrones), Aneurin Barnard (Peaky Blinders), Alexandre Willaume (Equinox, La ruota del tempo), Rosalie Craig (Anatomia di uno scandalo), Maciej Musial (The Witcher), Isaak Dentler (Dark), a cui si uniscono Emily Beecham (Into the Badlands), Maria Erwolter (Il rituale) e Fflyn Edwards (Her Majesty).
Un parterre volutamente molto vasto, per creare sottotrame nel corso della storyline, ma anche molto valido, soprattutto nei volti di Pietschmann e Beecham, che polarizzano lo screen time, spesso condividendolo.

La stagione 1 si apre con un primo blocco di episodi introduttivi, in cui facciamo la conoscenza dei protagonisti della serie e dei motivi che li hanno spinti a salpare verso New York.
Una prima parte caratterizzata da un ritmo decisamente poco incalzante, con parecchi momenti morti e uno stile piuttosto standardizzato che poco ha a che fare con l’alta qualità di Dark (capace invece di consacrare Odar e Friese tra gli showrunner di maggiore spicco dell’ultimo periodo).
Fortunatamente, la svolta avviene nella seconda metà di stagione, dove, tra simbolismi e indizi rivelati, il nuovo sci-fi inizia a delineare la storia che verrà raccontata in quello che sembra un arco narrativo potenzialmente più lungo delle tre stagioni del primo originale tedesco targato Netflix.

Il continuo paragone tra 1899 e Dark potrebbe inizialmente essere poco pertinente, vista la trama divergente su molti aspetti, ma è lo stesso team creativo a volerci portare su questi parallelismi.
Con Dark, oltre al primo volto del cast – Andreas Pietschmann (Jonas adulto) – 1899 condivide parte della crew, in primis il compositore delle musiche (Ben Frost), il cinematografo (Nikolaus Summerer) e lo scenografo (Udo Kramer), a creare delle atmosfere analoghe al primo successo del duo ideatore.
Non ultima la regia, presa in carico dallo stesso Baran bo Odar, che dirige efficientemente la prima stagione dando tutto il dinamismo possibile a una storia che si svolge quasi esclusivamente su di una nave.

Anche la trama, sebbene strutturalmente differente, presenta dei punti in comune: dai macro-generi (sci-fi/mistery drama) a molti elementi della storia stessa – su cui non ci focalizzeremo oggi per evitare la zona-spoiler – , così come l’oggettistica e gli easter egg sparsi nel corso degli episodi.

Se per Dark Odar e Friese avevano pianificato solo tre stagioni – poi, fortunatamente, assecondati da Netflix – per dare vita a un prodotto che non perdesse di valore dilungandosi troppo, con 1899 la sensazione è quella di una serie che potrebbe estendersi su ben più cicli di episodi, snocciolando poco per volta la trama servendosi di filler e sottotrame che coinvolgano il vasto cast.

È questa esigenza, dunque, a rendere la prima stagione 1 un buon prodotto che tuttavia è ben lontano dall’eccellere, a causa sia del ritmo poco incalzante, sia dello scarno contenuto offerto all’audience. Gli ultimi episodi di questo primo ciclo, sebbene di qualità superiore al lungo prologo e con una trama più corposa, non bastano per decretare la nuova serie originale di Netflix come un must-watch dello streamer, ma fanno intravedere un potenziale che potrebbe essere espresso nelle stagioni a venire, qualora 1899 venisse rinnovata.

Baran bo Odar e Jantje Friese hanno ideato una nuova storia fatta di simbolismi e misteri rimanendo nella loro comfort zone in quanto a elementi sci-fi, ma tentando una strada tortuosa e originale ambientando il tutto su di una nave in viaggio per l’oceano. Le ottime interpretazioni del cast protagonista e l’atmosfera vincente creata attraverso fotografia, scenografia e musiche di altissimo livello sono l’ancora di salvezza di una serie finora ben al di sotto delle aspettative, ma che deve ancora dare il meglio di sé e che, dunque, secondo noi, merita di essere seguita.
Voto: 7-

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