Venerdì 25 marzo, un anno e tre mesi dopo il rilascio della season 1, torna su Netflix Bridgerton, la serie romance firmata Shonda Rhimes.
Otto nuovi episodi saranno caricati in piattaforma e porteranno su schermo il secondo volume della saga di Julia Quinn. L’autrice dal successo planetario ha dedicato un libro a ogni membro della famiglia Bridgerton, appartenente all’appariscente, mondana e competitiva alta società inglese. Stavolta è il turno del primogenito Anthony, protagonista de Il visconte che mi amava.
Abbiamo visto la nuova stagione in anteprima e ve ne parliamo, senza spoiler, dopo il trailer.
La trama e la sceneggiatura
La seconda stagione di Bridgerton, come è noto dai romanzi e palesato dalla sinossi, sposta il focus. Questa non è più la stagione del diamante Daphne, ormai sposata col duca Simon e madre di un meraviglioso bambino, ma è il momento in cui Anthony decide di cambiar vita. L’uomo, che la season 1 ci ha mostrato come cinico e altero, sceglie di abbandonare la dissolutezza affettiva e di cercare moglie. Più precisamente cerca nella sua consorte una donna adeguata alla sua posizione, che ben rispetti i canoni alquanto irraggiungibili sotto i quali Bridgerton non osa andare, una persona con cui costruire uno specifico tipo di vita, più che una fanciulla da amare.
E trova una calzante risposta alle sue alte pretese nella giovane Edwina Sharma, arrivata in città dall’India con sua sorella Kate, sua madre Lady Mary e il loro cagnolino.
Per conquistare la piccola di casa Sharma, Anthony deve fare i conti con l’approvazione di Kate che, proprio come il primogenito di casa Bridgerton ha fatto coi pretendenti di Daphne, non permette a nessuno che non sia degno di considerazione e rispetto di avvicinarsi alla sua sorellina. Kate, così come Edwina, cerca per quest’ultima null’altro che il vero amore. E la primogenita è disposta a farle perdere ghiotte occasioni per darle modo di trovarlo.
Gli otto episodi da un’ora si focalizzano perciò sulla costruzione dei rapporti tra le due famiglie, non dimenticando di spostare l’occhio di bue su tutti i membri della famiglia Bridgerton, sui Featherington, e ampliando lo sguardo sull’intera corte, anche grazie e, allo stesso tempo, a causa, dell’immancabile e ancor più sfacciata Lady Whistledown.
Banchetti e feste di ogni tipo spingono sull’acceleratore della socialità, in delle location copiosamente vive e colorate, proprio come la serie in sé.
Lo screen time risulta egregiamente frastagliato, concedendo spazio ai protagonisti indiscussi e mai dimenticando tutti i personaggi che il pubblico ha amato, aggiungendone inoltre altri che amerà allo stesso modo, al punto tale che avrebbero forse meritato due episodi in più, arrivando così a cifra tonda.
I personaggi
Come più volte detto, è la stagione di Anthony Bridgerton. Il personaggio, così fastidioso e imponente nei primi otto episodi, riceve ora il dono di una grande tridimensionalità. La sua storia viene largamente approfondita e agli spettatori viene fornito un importante background sul suo conto, che permette loro di capirlo e apprezzarlo.
Edwina è la fanciulla su cui il visconte posa gli occhi poiché risponde a tutti i canoni della perfezione dall’uomo cercata. Si tratta di una donna dalla bellezza fanciullesca e dall’eleganza spiccata, dal carattere puro e dalle conoscenze variegate.
Kate è invece un animo libero e selvaggio. È proprio dalla fanciulla che arriva tutta la cultura tramandata alla piccola di casa Sharma. La ventiseienne però usa queste conoscenze per ribellarsi alle consuetudini e vivere una vita al di là delle convenzioni.
I tre rappresentano il cuore pulsante della season 2, ma il parterre della serie è davvero ricco.
Quest’anno viene approfondita la conoscenza di tutti i fratelli e di tutte le sorelle Bridgerton. Se ne scoprono le propensioni, le passioni e le debolezze.
Daphne è una moglie innamorata e una madre affettuosa che non dimentica le sue radici e non si dispensa dallo stare vicino alla sua famiglia d’origine.
Elosie continua a essere una figura di spicco per il suo temperamento e per i suoi ideali, e viene mostrato più di un suo aspetto ignoto.
Colin si conferma il personaggio docile della season 1, ma non centellina prese di posizione.
Benedict appare sfaccettato da velleità, ironia e insicurezze.
E Hyacinth, Gregory e Francesca continuano a crescere in un ambiente ovattato e vivace.
Anche i Featherington hanno il loro notevole spazio, a partire da Penelope. La sua Lady Whistledown è ancora vivida nella sua penna, ma la sua identità è un segreto che può allontanarla dalle poche persone a cui tiene.
Fin dalla prima stagione, si è presentato al cospetto degli spettatori un gran volume di personaggi, con più o meno screen time.
E quest’anno il numero continua a crescere.
Parenti lontani, giovani rivoluzionari, politici e nobildonne arricchiranno la scena. Uno tra questi potrebbe anche rubare qualche cuore.
Il nostro giudizio finale
Quando è arrivata Bridgerton, il rifacimento alla struttura della saga letteraria aveva preparato allo spostamento di attenzione che sarebbe avvenuto di stagione in stagione.
Quando è arrivato il duca di Hastings di Regé-Jean Page e il successivo addio dell’attore dopo la prima stagione, il timore che la sua assenza potesse far perdere engaging alla serie si è fatto invece rumoroso.
La verità è che un prodotto come Bridgerton, con la sua costituzione, la sua storia e il suo team, non si estingue nel racconto di una sola coppia e nel fascino notevole di un solo personaggio ben assestato.
La seconda stagione regge egregiamente l’assenza del sex symbol dal successo planetario che è riuscito a costruire, regalando al suo pubblico la stessa carica sentimentale, la stessa immedesimazione e un interesse forse anche maggiore.
La coppia non coppia della stagione, che nasce in realtà come triangolo, trasuda una mole di angst di un’intensità differente da quella di Daphne e Simon, poiché fondata su basi più eterogenee e problematiche.
La sfera sessuale assume uno spazio notevolmente inferiore rispetto allo screen time degli episodi editi, ma la chimica tra i personaggi resta a un livello estremamente alto. L’erotismo trova forme diverse per esplodere, più contenute, seppur evidenti.
Bridgerton si conferma perciò un romance che sa essere un buon romance.
È in grado di far appassionare il pubblico a diverse coppie allo stesso modo, di tenerlo inchiodato allo schermo, scatenando una fame di bingewatching notevole.
Le trame dei romance e delle storie d’amore alla base di questi ultimi non sono di norma così originali. E l’originalità non è nemmeno richiesta loro. È richiesto invece di rendere interessanti delle scene che già ci aspetteremmo, delle storyline sulle quali azzarderemmo ipotesi. E Bridgerton lo fa eccome.
E non si limita a questo.
L’amore rappresentato anche in questa stagione non è solo quello per il partner bramato, ma è quello per la famiglia, per le persone da difendere, per l’animale domestico, per la regnante, per i sudditi. L’amore in Bridgerton non è mai univoco e mai di una sola natura, ma è sicuramente sempre intenso e sempre cristallino.
La serie Shondaland per Netflix – come è già stato visto nella prima stagione e come si vede nella seconda – cerca di creare giustizia su un passato (e un presente) discriminante, cambiando le carte in tavola. E lo fa anche mentre regala discorsi politici, filosofici e femministi affatto scontati, unendo tematiche corpose ad attimi più leggeri.
Di norma, serie di questo tipo, nella visione attuale del mondo, vengono ritenute superflue, sciacquacervello, girly e trash. Ma un occhio attento riesce a superare con facilità questi preconcetti di genere che dovrebbero ormai risultare datati, per godere appieno di ciò che questo prodotto d’intrattenimento fa: intrattiene per bene!