Emily in Paris 3: Recensione in anteprima (senza spoiler)

Il 21 dicembre arriva su Netflix la terza stagione di una serie tanto amata quanto chiacchierata: Emily in Paris.

La precedente stagione si è chiusa con tanti bivi per Emily, la quale si trova in una dubbia situazione sentimentale, tra Gabriel tornato con Camille e Alfie verso Londra, e un’incerta posizione lavorativa, tra Madeline e Sylvie che desiderano averla nei loro rispettivi team.

Quali strade sceglierà di imboccare ora la francesina d’adozione?
Abbiamo visto i dieci nuovi episodi in anteprima e, dopo il trailer ufficiale italiano, ve ne parliamo in una recensione priva di spoiler.

La vita di Emily è in perenne movimento, sempre direzionato dal lavoro, il quale è una parte fondamentale della sua esistenza, una grande passione e un’innata ispirazione. Clienti, campagne e opportunità hanno, fin dalla season 1, governato le sue giornate. E la situazione non è cambiata, ancor più adesso che si trova tra due fuochi amici e nemici.
L’americana trapiantata si ritrova così a doversi mantenere in equilibrio tra amicizie profonde, relazioni a rischio, rapporti incerti e la sua metà: il lavoro, per l’appunto.
Ed è questo il fulcro della serie e il cuore della stessa, come lo è sempre stato.

Emily in Paris è infatti una romantic comedy non soltanto per la protagonista e il ragazzo di turno. La serie si focalizza su vari amori: quello per il lavoro, quello per la città, quello per gli amici e quello tra le coppie. Ed è capace di analizzarli tutti mediante l’uso intelligente di un’ironia che non annoia e che non sminuisce affatto le storyline.
La serie conserva invero, anche stavolta, una gran dose di divertimento, di frizzantezza e di brio che la rende accattivante e perfettamente adatta al bingewatching.

Nonostante faccia uso di tutti gli espedienti narrativi classici di un prodotto di questo tipo, Emily in Paris riesce a non risultare scontata. Anche i colpi di scena, sebbene non così originali, poiché usati in larga maniera nelle più classiche delle rom-com, sbucano quasi inattesi, poiché, nel mentre, la carne sul fuoco era già copiosa, ma mai troppa.

Anche la costruzione della stagione risponde a tutti i dettami del genere. Per lo spettatore è facilmente intuibile dove la storia andrà a parare, ma è ancor più semplice riuscire a guardare con gusto quei fatti accadere sullo schermo.

Emily in Paris è un’ottima irrealtà romanzata, nella quale tutto viene accentuato ed esasperato, dalle opportunità lavorative alle situazioni relazionali. E va benissimo così.

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