La vita bugiarda degli adulti: Recensione della serie Netflix dal libro di Elena Ferrante

Mercoledì 4 gennaio la piattaforma di streaming Netflix si arricchisce con una nuova serie originale molto attesa.
Si tratta de La vita bugiarda degli adulti, l’adattamento seriale dell’ultima fatica di Elena Ferrante, autrice del mistero e madre della tetralogia fortunatissima de L’amica geniale, anch’essa notoriamente trasformata in episodi televisivi, molto apprezzati da pubblico e critica.
Nel cast di Edoardo De Angelis sono presenti l’esordiente Giordana Marengo, Valeria Golino, Alessandro Preziosi, Pina Turco, Raffaella Rea, Biagio Forestieri, Giovanni Buselli e tanti altri volti, nuovi e noti.

Il romanzo La vita bugiarda degli adulti, edito nel 2019, ha fin da subito scaturito l’entusiasmo dello streamer, che ne ha acquistato in rapidità i diritti annunciando nella prima metà del 2020 il futuro arrivo del prodotto originale.
Sono trascorsi, da quel momento, due anni e una pandemia che ha rallentato i lavori, ma il pubblico è ora pronto a dare un volto a Giovanna e a Vittoria.

Infatti, dopo Elena e Lila, arriva una nuova coppia di protagoniste e cui affezionarsi, creata da persone tanto diverse quanto legate, proprio come il primo duo che abbiamo imparato ad amare.
Protagonista della vicenda è ufficialmente Giovanna (una calzantissima Marengo), una fanciulla di buona famiglia con una classe sociale e una posizione ben precise, la quale è incuriosita dal conoscere la donna che ha rappresentato un grosso mistero nella sua vita: sua zia Vittoria (Golino), l’innominabile, della quale non è dato neppure vedere il volto.

Abbiamo partecipato alla presentazione della serie e abbiamo visto in anteprima i sei episodi che compongono la prima stagione, la quale copre tutti gli avvenimenti del libro.
Ve ne parliamo, perciò, dopo il trailer ufficiale.

Quann si’ piccirill, ogni cosa te pare grossa.
Quando si gross, ogni cosa t’ pare nient.

Questa frase è l’emblema della serie, la quale segna il passaggio dall’infanzia all’adolescenza della protagonista, un passaggio vissuto appieno e a vuoto, un percorso colorato e buio. Un periodo sul filo, in bilico tra gli altri due personaggi principali del racconto: Napoli di sopra e Napoli di sotto, protagonisti non soltanto de La vita bugiarda degli adulti, ma anche di ogni millilitro di inchiostro mai utilizzato da Elena Ferrante.

Giovanna è cresciuta in un appartamento vomerese coi suoi genitori benestanti, professori di sinistra con una chiara idea del mondo, circondati dai propri simili, principalmente da una coppia di amici di tenore sociale ancor più elevato, i quali hanno due figlie che rappresentano i legami affettivi più forti della protagonista, subito dopo l’amore che i genitori non stentano a dimostrarle.
Vittoria è invece la zia povera, la quale è rimasta nella casa di famiglia, in quel del Pianto, al Pascone, ovvero in un posto tutt’altro che chic, incredibilmente lontano dalla rinomanza del Vomero. Vittoria e Andrea, il papà di Giovanna, non hanno il minimo rapporto, a causa di screzi familiari tra i più classici esistenti. Ma la zia continua a risultare una figura fluttuante nella vita di Giovanna, un nome che talvolta scappa dalle labbra dei genitori controvoglia. Un giorno, però, quel nome è stato sputato fuori paragonato al viso in pieno mutamento di Giovanna. E ciò ha rappresentato la svolta, il punto di non ritorno: la fanciulla doveva conoscere zia Vittoria.

La Vita Bugiarda Degli Adulti. (L to R) Giordana Marengo as Giovanna, Valeria Golino as Vittoria in episode 101 of La Vita Bugiarda Degli Adulti. Cr. Eduardo Castaldo/Netflix © 2022

E con Giovanna, anche il pubblico fa la conoscenza di una donna sguaiata, insolente, senza il minimo freno. Una figura catalizzante, alla quale non si può restare indifferenti. Un personaggio che Valeria Golino vivifica in maniera eccelsa. Zia Vittoria rappresenta brutalmente il fascino della sfacciataggine, di chi appare padrone di sé e della sua vita. È la classica donna sgraziata alla quale la parte elitaria della città fa corrispondere un tipo ben preciso di bruttezza, la bruttezza dell’ineleganza, dell’impresentabilità. Vittoria è una donna sola, ma circondata dall’affetto caldo e colorato scaturito dai legami intrinseci tra vicini, i fortunati rapporti classici della Napoli rionale degli anni ’90, che corrispondono a una famiglia allargata, a una bolla pronta a difendere e a portare via la tristezza.

E Giovanna, una ragazza ancora chiaramente e giustamente irrisolta, ancora in formazione, con zia Vittoria aggiunge dei tasselli alla sua visione del mondo, incontrando la Napoli di sotto e permettendo un grosso parallelo tra le due parti della città, così diverse, così speculari. Speculari come l’animo di Giovanna, come l’adolescenza nella quale vuole entrare con veemenza e come l’infanzia dalla quale vuole separarsi con difficoltà. Speculari come i personaggi della Ferrante e come la sua scrittura. Speculari come la serie, che risulta un ottimo adattamento, spingendo su dei tasti e colorandone degli altri con toni diversi, grazie anche a Elena Ferrante, la quale non ha mostrato intento di conservazione, nei confronti del romanzo, ma è stata pronta ad accogliere ogni piccolo smussamento in favore del risultato su schermo.
La vita bugiarda degli adulti, da un romanzo frutto di una penna importante, risulta un prodotto pregno di sostanza e di valore, concessi non soltanto dalla trama letteraria, ma anche da un cast tecnico e artistico che hanno offerto un’ottima regia, una fotografia sognante, delle musiche perfette per ogni scena e delle performance attoriali degne dei personaggi su carta.

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