L’Amica Geniale: Intervista a Dora Romano, l’interprete della maestra Oliviero


L’Amica Geniale
, la serie evento targata Rai ed HBO, ha raggiunto un successo ragguardevole, ottenendo il rinnovo per la seconda stagione mentre la prima era ancora in onda, anche grazie a un cast davvero selezionato i cui casting sono durati ben due anni.

Abbiamo avuto modo di incontrare l’interprete di uno dei personaggi cardine della saga di Elena Ferrante: Dora Romano, la maestra Oliviero di Elena e Lila.
L’insegnante degli anni cinquanta si è distinta per spirito progressista e voglia di combattere un sistema fatto di classismo e sessismo, spingendo verso il cambiamento il mondo che la circondava.
E Dora Romano, la cui carriera vanta impegni degni di nota (tra cui la pellicola Profumo – Storia di un assassino, nella quale ha interpretato la moglie del personaggio a cui Dustin Hoffman ha prestato il volto, l’opera teatrale Sister Act, tra le altre della sua lunga carriera, e Sulla mia pelle, prodotto originale Netflix di successo dell’ultimo anno) è riuscita perfettamente a riportare sullo schermo il personaggio nato su carta.

Le abbiamo, perciò, chiesto, quale fosse il suo rapporto con la tetralogia da cui nasce la serie:
I libri della Ferrante, soprattutto il primo, mi hanno letteralmente catapultata nel mio passato di bambina e di adolescente perché ho ritrovato un po’ tutto il vissuto così mirabilmente descritto nel libro: le umilissime origini, il rapporto non facile con la mia maestra d’asilo, il rapporto con il vicolo, dove sono nata e vissuta fino agli anni dell’università, la cerchia di amici di strada, i sogni, il senso di claustrofobia del vivere una realtà senza prospettive, la fame di cultura.
Leggevo tutto ciò mi capitasse a tiro, perché non potevo comprare altri libri se non quelli di scuola.
Insomma, ho visto trascritta la mia vita di quegli anni di intensa e dolorosa formazione, e la potenza narrativa della Ferrante mi ha come risucchiata in quel vissuto.

Le abbiamo, poi, domandato come avesse ricostruito il personaggio:
Ho cercato di dare alla maestra tanti aspetti umani: felicità e stupore nello scoprire le doti eccezionali delle quali erano dotate le sue alunne Cerullo e Greco, gioia nel poterle sviluppare e frustrazione nel non riuscire a fare abbastanza.
Non è stato difficile interpretarla perché ho utilizzato lo stesso procedimento che utilizzo per tutti i miei personaggi. Parto dalla memoria emotiva, che è un aspetto della tecnica di Stanislavskij, cardine dell’Actors Studio. Cerco di ricreare nel mio corpo, nella mia mente e nel mio cuore, le sensazioni che il personaggio mi rimanda, mettendo insieme i miei ricordi, quello che del personaggio mi appartiene e ciò che io posso dargli.
Ho messo assieme 3 figure della mia carriera scolastica: la maestra elementare, la professoressa delle scuole medie e quella del ginnasio. Ho unito queste tre personalità, accomunate da grande autoritarismo, ma anche da una grandissima cultura e dal desiderio di poterla infondere e trasfondere nelle alunne.
Tutto ciò dava poco spazio ai rapporti personali e umani, non si andava oltre nella vita degli studenti. Era un aspetto che mi faceva male e quindi ho cercato di dare a quest’insegnante una maggiore apertura, un maggiore ascolto, una maggiore curiosità, di andare oltre l’insegnamento, facendolo diventare educazione.

Per quanto riguarda il rapporto con le due alunne, con Lila in particolare, col suo matrimonio e con le reazioni dubbiose che ha suscitato negli spettatori l’atteggiamento della maestra, Dora Romano afferma:
Il mio è un personaggio molto amato che ha destato perplessità per la sua durezza e intransigenza nei confronti di Lila. La maestra Oliviero ha cercato in tutti i modi in cui ha potuto di aiutare queste bambine perché ne ha intuito le potenzialità e ne ha valorizzato le capacità. Ci ha provato, con le famiglie, ma in quell’epoca così brutta in cui si cercava di tirar fuori tutta la forza possibile, la forza della disperazione, la forza della fame, si cercava un po’ di coraggio, un po’ di speranza e lei ci ha provato e ci è riuscita con una, ma non con l’altra.
Il rapporto conflittuale con Lila è dovuto soprattutto a questo “fallimento” che vive come un vero fallimento, come se ne fosse responsabile, come se non si fosse mossa abbastanza, come se non avesse fatto abbastanza per valorizzarne l’intelligenza, il prodigio.
Ciò le ha provocato frustrazione, dolore, rifiuto ed è proprio questo che ho cercato di dare al personaggio, di infondere umanità laddove regnavano dolore, morte, emarginazione, leggi non scritte, culturali e sociali, ampiamente praticate e sempre a danno delle donne, le quali non potevano far altro che accettare.”

“Ai tempi del matrimonio la maestra Oliviero stava un po’ male, sono dimagrita 15 kg per fare questo ruolo nell’arco degli otto mesi di lavorazione, l’ho deciso autonomamente, proprio per entrare nella malattia di questa donna, che non è una malattia specifica, ma è una donna malata, indebolita.
Lila ha fatto una scelta: ha scelto di basarsi sulle cose che passano nella vita, quindi ha messo tutta la sua intelligenza, forza e vitalità in cose che poi passano: giovinezza, bellezza e il dedicare la propria vita al marito.
Andare al matrimonio e assistere alla realizzazione di ciò sarebbe stata una conferma, per la maestra Oliviero, del proprio fallimento nei confronti di Lila, e le avrebbe dato maggiore dolore, oltre al suo forte dolore fisico, un dolore interiore che le bruciava già dentro e che lei ha voluto ignorare ed evitare e, come le donne forti, l’ha espresso in maniera forse un po’ aggressiva, violenta, ma è stato il suo modo di difendersi, di difendere la propria buona fede.”

Avere Saverio Costanzo come regista, ci dice l’attrice:
Fa nascere un incontro professionale ed umano meraviglioso, basato sulla collaborazione e sul rispetto e sul riconoscimento delle reciproche idee e capacità che ha del portentoso.
Ogni volta che terminavo una giornata di lavoro sul set, non vedevo l’ora di ritornarci, e anche adesso, mi manca tanto!
Saverio e tutti i reparti creativi lavorano con un impegno che non è normale per la televisione italiana, che è più veloce nella realizzazione, c’è molta più fretta.
Ne L’Amica Geniale non c’era fretta, Saverio in una delle ultime scene disse che non dovevamo correre così tanto, che quella scena non doveva durare così poco, perché si devono vedere le cose, i cambiamenti, che è come dire al pubblico che per le emozioni ci vuole un po’ di tempo, prima che escano fuori e forse è per questo che piace molto L’Amica Geniale.”

Dora Romano ci ha poi regalato un aneddoto:
Rimarrà indimenticabile per me sentirmi chiedere dalla classe delle piccole attrici/alunne, se potevano andare in bagno, se potevano fare merenda, se potevano andare a bere un po’ d’acqua, insomma, mi hanno vissuto proprio come una vera maestra e non c’è nulla di più gratificante nel mio lavoro che essere credibili per dei bambini, che sono sempre dei giudici severi.

 

L’attrice, in scena a Milano al Teatro Nazionale CheBanca con Mary Poppins, nel quale interpreta la vecchietta dei piccioni, ci consiglia di leggere Storia di un nuovo cognome, il secondo libro della saga su cui si baserà la seconda stagione, per scoprire se c’è la possibilità che il suo personaggio torni sui nostri schermi, da qui a un anno, e se sarà impegnata nelle riprese da marzo 2019.

 

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