L’estate in cui imparammo a volare: recensione in anteprima della parte finale

Giovedì 27 aprile la piattaforma di streaming di Netflix si arricchisce di nuovi episodi.
Si tratta degli ultimi sette de L’estate in cui imparammo a volare, i quali costituiscono la Parte 2 della stagione 2 della serie, quella conclusiva.

Abbiamo detto addio a Kate e Tully in anteprima e, dopo il trailer ufficiale, vi parliamo del finale senza fare spoiler.

Nel Volume A abbiamo lasciato la coppia di amiche storiche in situazioni non proprio piacevoli.

Tully si è concessa dell’alcol prima di essere costretta a guidare per andare in aiuto di Marah, finendo poi in un incidente che le ha coinvolte entrambe e che ha fatto aspramente litigare le due inseparabili protagoniste.
E Kate ha scoperto di avere un tumore raro e aggressivo.

L’ultima parte della serie, perciò, vede le giornaliste mai così lontane, con una delle due profondamente malata e senza il supporto dell’altra.

Firefly Lane ha sempre avuto come protagonista assoluta e insindacabile l’amicizia tra Kate e Tully, un sole attorno al quale gira tutto il resto. La vita dell’una senza la sua vera metà è incompleta, malinconica, perennemente incentrata sul pensiero dell’altra.
Il rapporto tra le due, per quanto apparentemente agognabile dai più, è un legame caratterizzato da un’interdipendenza davvero forte.

Ma, in questo caso, l’allontanamento apparentemente definitivo tra le donne non è il problema più grosso, l’aggregatore unico dei pensieri. Stavolta c’è un enorme elefante nella stanza. Stavolta c’è una malattia complicata e aggressiva con la quale fare i conti.

E questi due sono i macro-argomenti dell’ultimo blocco di episodi, due temi dolorosi in modo diverso e in peso diverso, due grattacapi ai quali è difficile non prestare tutta l’attenzione possibile.
Con queste premesse, è facile immaginare l’arrivo di episodi sofferti e dolorosi.
E L’estate in cui imparammo a volare non sovverte le aspettative.
La Parte 2 della stagione 2 è intensa, è un viaggio a sé stante commovente, è un percorso profondamente emotivo, al punto da divenire straziante, proprio come gli argomenti dei quali si fa carico.

Firefly Lane si tramuta pian piano in una molteplicità di rappresentazioni del dolore e di accettazioni di quest’ultimo, tutte brutalmente sincere e tutte verosimili.
E lo fa mantenendo la sua struttura nella quale i flashforward si presentano talvolta per sviare, talaltra per sussurrare, aggiungendo sempre un carico emotivo ulteriore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *