Lewis Capaldi: How I’m Feeling Now: Recensione in anteprima del docufilm Netflix

Mercoledì 5 aprile arriva su Netflix un nuovo docufilm musicale.
Si tratta di un approfondimento sulla vita di Lewis Capaldi, un giovane cantautore dalla personalità ben delineata che ha raggiunto un successo globale enorme negli ultimi anni, successo che ha avuto degli effetti considerevoli sulla sua persona.

“Sono stati 2 anni e mezzo strani per me ed è stato tutto catturato in questo film… il film più emozionante su un ragazzo in sovrappeso dai tempi di The Whale.”
– Lewis Capaldi

Abbiamo visto in anteprima il film documentario dello studio Pulse Films in collaborazione con Lewis Capaldi e Netflix e ve ne parliamo dopo il trailer ufficiale.

How I’m Feeling Now non è solo il titolo dell’ultimo singolo di Lewis Capaldi e quello del documentario Netflix che lo riguarda, ma è la somma tirata da un periodo emotivamente molto forte per il giovane artista.

Capaldi, impegnato nella vita musicale fin dalla tenera età, ha riscosso un enorme successo di critica e di pubblico nel giro di una manciata di anni, trovando improvvisamente un’attenzione enorme attorno a sé. Ciò ha comportato delle aspettative incredibilmente alte riguardanti la futura musica del giovane da parte dei fan, della casa di produzione e di ogni entità gli girasse attorno.

Dopo un album amatissimo e dei singoli che hanno scalato le classifiche mondiali e che si sono insediati nella mente di un intero pianeta, il giovane scozzese si è dovuto confrontare con una sindrome dell’impostore imponente e con un’ansia da prestazione che accelerava a velocità asfissiante.

“Luigi”, un artista amato anche per la sua personalità così diversa da quella che si è soliti attribuire a una star musicale, così irriverente, sarcastico, senza freni, sboccato e autoironico, con un carattere e un attitude incredibilmente contrastanti coi testi delle sue ballad profonde e romantiche, mentre scherzava sull’essere il cantante più bello, affascinante, famoso e importante al mondo, facendo ironia su ogni aspetto della sua persona, cedeva il passo alla paura di deludere se stesso e gli altri, al timore di non reggere il livello delle canzoni che l’hanno reso, in un batter d’occhio, una star da palazzetti sold out.
Tale situazione si è esteriorizzata con dei tic che si sono rivelati essere la manifestazione di una circostanza più seria: la sindrome di Tourette, che il cantautore ha scoperto avere proprio nel periodo in cui il documentario è stato girato.

Un nuovo docufilm che umanizza una star con problemi di mole tanto diversa da quelli del suo pubblico, ma di natura incredibilmente simile.

Le preoccupazioni di Lewis Capaldi non sono sicuramente quelle di colori i quali vanno ai suoi concerti o cliccano play per curiosità sul suo documentario.
Le persone non famose potrebbero con semplicità restare distaccate dal timore di non finire nuovamente prime in classifica o di non essere ritenute un talento duraturo. Ma la spontaneità dell’autore di Before You Go, la sua capacità di essere brutalmente senza freni e senza schemi, rende quasi impossibile non far ritrovare nelle sue inquietudini qualcuna delle nostre.
Sebbene sulla carta questo docufilm appaia molto simile a quelli in auge in questo periodo, che accompagnano i divi della musica nel loro quotidiano, scoprendo le falle della loro salute mentale, la schiettezza di Capaldi e la sua apparente assenza di retropensieri e di limiti autoimposti lo distaccano dalla categoria suddetta. La mente di Someone You Loved non si mostra come una persona priva di difetti, non ha il fine di apparire un asso del volontariato, un sognatore di un mondo più buono, con l’aggiunta di problemi di salute fisica o mentale che vanno a santificarlo e a rendere la sua immagine ancor più pulita.
Lewis Capaldi appare, in questi 96 minuti, come appare ai suoi fan e sui suoi profili social: un giovane adulto buffo, simpatico e complesso, ancora immaturo sotto alcuni punti di vista, ma ricco di voglia di mettersi in gioco senza snaturarsi, senza necessariamente avere tutte le sicurezze del mondo per farlo, e molto improntato sulla sua persona.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *