Non ho mai…, stagione 3: Recensione in anteprima (senza spoiler)

Il 12 agosto arrivano su Netflix i dieci nuovi episodi che compongono la terza stagione di Non ho mai…, la serie originale dramedy creata da Mindy Kaling e Lang Fisher.
Li abbiamo visti in anteprima e, dopo il trailer ufficiale italiano, ve ne parliamo con una recensione senza spoiler.

Trama

La vita di Devi, un’adolescente di prima generazione, metà indiana, metà americana, nerd e goffa, prosegue con qualche novità.
Ora la reietta della scuola frequenta il ragazzo più popolare del liceo e ciò le dà una carica diversa.

Ma la sua vita cambierà davvero tanto grazie a questa svolta inattesa, grazie alla realizzazione del suo sogno americano? I suoi drammi svaniranno?

Cr. Lara Solanki/Netflix © 2022

Sceneggiatura e personaggi

La serie originale Netflix non tradisce il suo stile nemmeno stavolta.
Le vicende dell’antieroina Devi, una protagonista tutt’altro che perfetta, continuano a essere il focus principale della vicenda, vissute nei luoghi per la fanciulla più importanti e significativi. Questi risultano da sempre essere la stanza dell’espressiva psicoterapeuta, nella quale cerca di affrontare il trauma della morte del papà, il liceo, in cui coltiva maggiormente splendidi legami d’amicizia e relazioni affatto semplici, e la sua casa, nido dell’importantissima e complessa famiglia che si ritrova.
Ed è proprio in questi spazi che fanno capolino i personaggi più importanti per la storia e dove appaiono le varie new entry, più o meno rilevanti.

I rapporti con gli altri rappresentano, nella fase dell’adolescenza in cui si trova la maggior parte dei personaggi, ma anche nell’età adulta, un condizionamento quasi determinante nella vita del singolo, talvolta addirittura soffocante. I commenti altrui influiscono in maniera notevole sull’equilibrio dei protagonisti, che vivono nel timore del giudizio dei terzi, il quale li influenza largamente.
Come spesso accade, neppure la famiglia può essere percepita come uno spazio privo di tossicità.
E il cocktail di ingredienti finisce con l’incidere con la fiducia in se stessi, accrescendo un senso di inferiorità latente, che sfocia finanche nella sindrome dell’impostore.

Cr. Courtesy of Netflix © 2022

E la terza stagione si focalizza davvero tanto su queste debolezze, nella maniera che le è più congeniale. Never Have I Ever non ha infatti mai limitato comportamenti sbagliati, tendenze tossiche e atteggiamenti diseducativi. Il coming of age dramedy ha sempre condotto lo spettatore per mano, avallando tali situazioni e spingendo sempre i protagonisti della vicenda dinanzi a numerosi errori, permettendo loro di comprenderli e superarli.

Cr. Lara Solanki/Netflix © 2022

Il nostro giudizio finale

Never Have I Ever si conferma nuovamente come una serie che finge di non prendersi sul serio.
Il sarcasmo, l’ironia e il savoir faire di questo prodotto rendono leggeri e godibili i numerosi argomenti piuttosto complessi e problematici che tratta.
Sebbene abbia perso lievemente brio, Non ho mai… continua a essere un ottimo intrattenimento capace di fondere molteplici fattori creando un risultato davvero considerevole. E, per farlo, si aiuta grazie a un grosso quantitativo di riferimenti pop, musicali e audiovisivi, introducendo, inoltre, la versione maschile e moderna di Lady Whisteldown.

Cr. Lara Solanki/Netflix © 2022

Non ho mai… 3 arriva il 12 agosto, ma la serie è già rinnovata per una quarta e ultima stagione.
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