Mercoledì 24 maggio si presenta su Apple TV Plus una nuova serie originale della piattaforma.
Si tratta di Platonic, una comedy composta da dieci episodi della durata di 30 minuti che il giorno d’esordio sarà in piattaforma con una premiere formata dai primi tre. I restanti sette episodi verranno invece distribuiti su base settimanale, ogni mercoledì, fino al 12 luglio.
Abbiamo visto l’intera stagione in anteprima e, dopo il trailer ufficiale, ve ne parliamo nella nostra recensione.
Platonic narra di un uomo e di una donna che, in gioventù, sono stati l’uno il migliore amico dell’altra.
Con l’evolversi della vita e con il complicarsi delle situazioni quotidiane, i due si sono allontanati in maniera profonda, fino a non rivolgersi più la parola. Ma le cose sono cambiate quando, con la mezza età che molto lentamente e delicatamente si avvicina all’orizzonte, una circostanza sopravvenuta permette loro di riunirsi e il rapporto totalizzante del passato riesce a ritornare immediatamente quello di un tempo.
Stavolta, però, deve interfacciarsi con un’età differente e con un background cambiato radicalmente. L’uno infatti è tornato scapolo ed è il proprietario di un’attività che gli fa condurre una vita non molto diversa da quella di un giovane. L’altra è invece una donna sposata che ha volutamente accantonato la carriera per dedicarsi ai suoi tre bambini.
A prestare i volti ai protagonisti della serie creata da Nick Stoller e Francesca Delbanco vi sono due nomi cari alla piattaforma, che qui hanno anche il ruolo di produttori esecutivi: quello di Rose Byrne, già protagonista di Physical, che si concluderà con la terza stagione in partenza in 2 agosto, e quello di Seth Rogen, il quale invece sarà protagonista anche di un’altra serie comedy – attualmente senza nome –targata Apple TV+. Comedy che inoltre il professionista scriverà, dirigerà e produrrà con Evan Goldberg.
Con i due anche Luke Macfarlane, Tre Hale, Carla Gallo e Andrew Lopez.
La serie approfitta di una grossa chimica tra gli attori al centro della narrazione, già esplorata in Cattivi vicini, saga che in passato li ha visti protagonisti (e nella quale ha recitato anche Carla Gallo).
Tale chimica, in questo caso, resta puramente amicale, non sfociando nell’aspetto romantico. Difatti, sebbene il titolo dell’opera possa risultare dubbio ed equivoco, tra Sylvia e Will c’è un’amicizia pura, che non concede spazio alla malizia e ad alcun tipo di doppio fine.
Il loro rapporto trae la sua grande forza da una potente connessione mentale e dall’umorismo peculiare che i due hanno in comune. Nell’età adulta tale legame è spinto da una dose di nostalgia notevole, nostalgia non riguardante soltanto un rapporto che fu, ma riguardante soprattutto la persona che ognuno dei due è stata in gioventù. L’amicizia tra l’uomo e la donna infatti riporta in vita una versione di loro stessi che è stata accantonata negli anni e della quale, di tanto in tanto, sentono profondamente la mancanza, Sylvia in primis.
Sylvia è difatti una donna apparentemente equilibrata, matura, con un matrimonio felice e dei bambini che ama, che ha scelto volontariamente di prendersi cura della sua famiglia e che non ha lasciato molto spazio al divertimento fine a se stesso.
Ma con il suo amicone Will il suo lato selvaggio esce allo scoperto, sposandosi con quello dell’uomo e rendendo i due buffi, senza freni, capaci di fare cose immature e assurde.
Platonic è divertente, è buffa ed è tenera come i protagonisti, capaci di regalare allo spettatore dialoghi reali, sinceri, stupidi, tipici di un rapporto d’amicizia giovanile che viene riportato in vita tenendo immutati i codici che lo caratterizzavano nel passato.
La comedy mette al centro dell’obiettivo individui adulti, provando a decostruire la visione dell’uomo in carriera e ad annientare quella della madre a tempo pieno.
La visione comune creata dalla società vuole infatti per i quarantenni una personalità risolta, richiede maturità crescente di pari passo con gli anni che aumentano. Ma Platonic ci mostra quanto tutto ciò possa non interessare ogni aspetto della vita, quanto ogni individuo sia immaturo in alcuni ambiti dell’esistenza e maturo nei restanti. E quanto l’ascendente di una persona possa tirare fuori dei lati dell’altra sopiti, che sono in grado di esplodere come una bomba che non tutti hanno la capacità di innescare.