Il 5 maggio debutta su Apple TV+ la nuova serie di genere sci-fi Silo, basata sulla saga letteraria omonima di Hugh Howey, qui produttore esecutivo.
Abbiamo visto in anteprima la stagione 1, composta da 10 episodi, e ve ne parliamo senza spoiler dopo il trailer.
Silo racconta la storia delle ultime 10.000 persone sulla Terra, la cui casa profonda un miglio le protegge dal mondo esterno devastato da esalazioni tossiche. Tuttavia, nessuno sa quando o perché il silo sia stato costruito e chi cerca di scoprirlo va incontro a conseguenze fatali.
Rebecca Ferguson interpreta l’ingegnera Juliette, che cerca risposte sull’omicidio di una persona cara e si imbatte in un mistero molto più intricato di quanto avrebbe mai potuto immaginare, portandola a scoprire che la verità può uccidere tanto quanto le menzogne.
Insieme alla Ferguson, eccezionale protagonista in questa nuova serie TV, nel cast troviamo David Oyelowo, Iain Glen, Rashida Jones, Common, Harriet Walter, Tim Robbins e Chinaza Uche: un parterre di star che offrono interpretazioni solide e riescono a trovare il proprio spazio all’interno di questa prima stagione, favorite da una caratterizzazione dei personaggi ben pianificata lungo l’arco narrativo.
La serie è ben sceneggiata e Morten Tyldum fa un buon lavoro in cabina di regia dando dinamismo e profondità, nonché valorizzando le poche scene di azione presenti. Meno convincente, invece, la trama di questo prima ciclo di episodi, il cui sviluppo non è strutturato in modo da coinvolgere completamente lo spettatore. Questo perché è stato scelto di parlare poco di ciò che sta dietro alla costruzione del silo e di come si è arrivati alla situazione postapocalittica attuale, sottraendo comunque suspense e mistero alla storia di sfondo.
Il fascino distopico insito nel core della saga creata da Howey viene meno già dal pilot, dove le dinamiche, la struttura societaria e il funzionamento del silo sono lasciate a margine per focalizzarsi subito sulla storia investigativa che coinvolge una serie di omicidi appena occorsi.
La sensazione, una volta conclusa la visione della stagione 1, è che la vera storia sia stata sostanzialmente racchiusa nei primi due episodi e poi negli ultimi due, lasciando nel blocco centrale molti filler e poca sostanza per allungare un brodo che non era certamente necessario al debutto.
Voto: 6,5
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