The Buccaneers: recensione in anteprima della nuova serie romance in costume di Apple TV+

L’8 novembre parte su Apple TV+ una nuova serie della piattaforma, The Buccaneers. Quel giorno saranno in piattaforma i primi tre episodi del romance in costume, seguiti da appuntamenti settimanali ogni mercoledì, fino al 13 dicembre.
Il period drama originale è guidato da un team creativo tutto al femminile ed è ispirato all’omonimo romanzo incompiuto della scrittrice premio Pulitzer Edith Wharton, portato in vita postumo nel 1938.
Gli episodi sono invece scritti da Katherine Jakeways e diretti dalla vincitrice del BAFTA Award Susanna White — entrambe anche produttrici esecutive — insieme alla candidata al BAFTA Award Beth Willis.

Davanti all’obiettivo Kristine Frøseth, nei panni di Nan St. George, Alisha Boe in quelli di Conchita Closson, la candidata al Critics Choice Award Josie Totah nel ruolo di Mabel Elmsworth e Aubri Ibrag in quello di Lizzy Elmsworth. Imogen Waterhouse interpreta invece Jinny St. George e Mia Threapleton Honoria Marable. La vincitrice del SAG Award Christina Hendricks è Mrs. St. George, Josh Dylan Lord Richard Marable, Guy Remmers Theo, Duca di Tintagel, Matthew Broome Guy Thwarte e Barney Fishwick Lord James Seadown.

The buccaneers, le bucaniere, sono le figlie dei nuovi ricchi d’America: belle e assolutamente indomabili nonostante gli sforzi delle migliori governanti inglesi. Queste fanciulle sono costrette a lasciare la terra natia per incamminarsi verso Londra, al fine di procurarsi un aristocratico, con pochi soldi, ma con tanta classe, per creare un matrimonio perfetto.

The Buccaneers dimostra le gioie e i dolori dell’essere una donna nel 1880, così come lo è nel 2023… cuori infranti e lussuria; lealtà e tradimento; consenso, identità personale, manipolazione, sessualità, ruoli di genere, fedeltà e, soprattutto, amicizia e amore.

Riusciranno a sopravvivere nella terra della “puzza sotto il naso” abbastanza a lungo da cambiarla? È la nascita dello scontro culturale anlgo-americano. Cinque ragazze contro 500 anni di storia. 
Sembrano persone vere, sono come tutte le ragazze che conosciamo.

Abbiamo visto l’intera stagione in anteprima e ve ne parliamo in una recensione priva di spoiler dopo il trailer ufficiale.

The Buccaneers catapulta lo spettatore nell’Età dell’Oro, momento storico notoriamente amato nei period drama. Lustri, sfarzi, abiti pomposi, feste sontuose, gesti eleganti e formalità affascinanti possono rivelarsi un terreno fertile per un romance succoso e accattivante, soprattutto quando due culture si incontrano e si scontrano. Ed è questa la rigogliosa base sfruttata egregiamente che fa da sfondo alla trama della serie Apple, che non si limita a banchetti e danze, a storie d’amore e a immancabili triangoli, ma che usa ognuno di questi già ricchi elementi per creare una serie corale diversificata nei temi e lodevole nell’esecuzione.

Americani e inglesi fungono da tramite per esprimere il progressismo e il conservatorismo, il ripudio delle tradizioni e il mantenimento dei dettami sociali, seppur limitati a taluni ambiti, in considerazione del periodo storico per il quale sono comunque presenti voluti anacronismi utili ai fini del racconto. Le fanciulle spedite a Londra, sebbene siano lì per cercare marito, sono a caccia d’avventura, di brivido, di una vita diversa in una terra lontana, nella quale portano libertà d’animo, d’espressione e di movimento, audacia e autonomia, fare spavaldo, sbarazzino e sfrontato, accompagnati da una grande bellezza estetica. Elementi che non passano di certo inosservati agli occhi dei londinesi abituati a un atteggiamento diverso e a toni più contenuti e che regalano l’inversione di alcuni cliché del genere.

E il legame tra queste debuttanti straniere è fondamentale per la serie, il cui cuore è proprio l’amicizia che le lega, una sorellanza difficile da scalfire e stupenda da vedere. E, da buon romance, la storia d’amore al centro della narrazione merita la visione pur non sottraendo spazio ai molteplici messaggi che la serie vuole lanciare.

In definitiva, The Buccaneers è una Bridgerton meno inamidata e meno irrigidita, pur essendo lievemente meno esplicita sotto il punto di vista sessuale. Come spesso accade, la serie firmata Apple risulta superiore a livello tecnico sotto molti aspetti: la sceneggiatura è più complessa al pari della fotografia, la cura è più ricercata, la recitazione più elevata e le musiche, sebbene anacronistiche essendo principalmente Taylor’s Versions, adeguate e assolutamente calzanti.

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