Il 16 gennaio, in contemporanea con gli USA, arriva su Sky e in streaming su Now The Last of Us, l’attesissima serie TV basata sul videogioco di Naughty Dog.
Abbiamo visto in anteprima la stagione 1 e ve ne parliamo, senza spoiler, dopo il trailer italiano.
La nuova serie di HBO è ideata e sceneggiata da Craig Mazin (due volte premio Emmy con la miniserie Chernobyl) e Neil Druckmann (già ideatore e direttore creativo del videogame).
Vent’anni dopo lo scoppio di una pandemia da Cordyceps che trasforma gli esseri umani in simil-zombie, Joel, uno scaltro sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazza di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere.
La stagione 1, costituita da nove episodi con uscita a cadenza settimanale in esclusiva su Sky Atlantic e Now, adatta The Last of Us: Parte 1 riportando su schermo la storia e molti personaggi che hanno reso questo titolo uno dei più venduti e amati di sempre.

Nell’adattare TLOU per la TV, gli ideatori Mazin e Druckmann hanno scelto di rimanere il più fedeli possibile alla storia originale, divergendo in alcuni componenti solo quando necessario a rendere efficace e fluido il passaggio da un medium all’altro.
Sin dall’inizio, l’adattamento cerca un approccio scientifico per provare a rendere quanto più verosimile l’infezione fungina da Cordyceps. Il Lore di The Last of Us viene ricostruito senza rendere questa una serie sugli zombie: Clicker, Stalker e Bloater – i simil-zombie della storia – sono centellinati per mantenere il focus sul viaggio geografico e relazionale di Joel ed Ellie.
La sceneggiatura è ben curata, non cade mai nella retorica e non esagera nei momenti intimi tra Joel ed Ellie; buona la regia, che riesce anche a riproporre alcune sequenze in stile videogame, come nelle fughe o negli scontri; a comporre le musiche torna Santaolalla con alcuni celebri jingle del gioco; ottime le scenografie, soprattutto l’urban postapocalittico.

La storyline di questa prima stagione è quasi totalmente incentrata sulla missione di Joel ed Ellie, alternata da episodi spesso completamente nel passato e standalone, che ci introducono alcuni celebri personaggi del titolo videoludico, le cui strade hanno incrociato prima o poi quelle del duo principale, lasciando un segno importante.
La struttura narrativa strizza l’occhio ai fan del videogame proponendone vari parallelismi tra scene, dialoghi e location. Se da una parte ciò dovrebbe soddisfare i gamer, dall’altra rischia di risultare poco accattivante per il nuovo pubblico: dopo un primo blocco di episodi vivace e ricco di world building, la seconda parte è più monocorde, concentrandosi quasi esclusivamente sullo sviluppo del legame tra Joel ed Ellie.
Tra gli aspetti di questo fedele adattamento che sono risultati meno impattanti sul medium televisivo vanno inoltre sottolineate sia l’assenza di sottotrame su più episodi ad arricchire la storia nel suo intero, sia la mancanza di un forte climax nelle battute finali, caratterizzate da poche scene di azione.

Joel ed Ellie sono rispettivamente interpretati da un ottimo Pedro Pascal e da Bella Ramsey, la vera star della serie. Molta della qualità del prodotto dipendeva dalla chimica tra i due, ma sin da subito è chiaro come il casting sia stato azzeccato. A supporto di ciò, poi, un’accurata scrittura dei protagonisti, capace di andare oltre allo stereotipo del burbero uomo disilluso e dell’ingenua giovane spensierata in cerca di una figura paterna.
Attorno a loro ruotano vari personaggi noti ai gamer, a cui sono stati aggiunti, per continuità televisiva, volti inediti. Tra gli attori scelti vi sono alcuni interpreti del videogioco: Merle Dandridge torna nei panni di Marlene; Troy Baker, che interpretava Joel, è James, assistente del leader di una comunità di sopravvissuti; Jeffrey Pierce (precedentemente Tommy) interpreta un membro di una fazione ribelle; infine Ashley Johnson, che da Ellie è passata nelle vesti di una giovane madre.
Nonostante la caratura di alcuni personaggi e l’impatto emotivo dei loro episodi singoli, la trasposizione risente dell’assenza di veri personaggi secondari, scritti su archi più lunghi per dare altri punti di riferimento, e di villain di spessore ad aumentare la tensione, considerato il poco utilizzo dei simil-zombie.

L’adattamento televisivo di The Last of Us targato HBO è un drama che non vuole posizionarsi né come postapocalittico di sopravvivenza fine a se stessa, né come zombie show in senso stretto, focalizzandosi principalmente sul viaggio introspettivo dei personaggi e sulle relazioni tra loro.
Una trasposizione indubbiamente riuscita, probabilmente destinata a soddisfare più i fan del videogame e meno il nuovo pubblico televisivo a causa di una struttura narrativa che ricalca fedelmente la storia ludica, ma al contempo riduce al minimo action e horror.
HBO sforna un altro prodotto qualitativamente di fascia alta che intrattiene grazie a una scrittura certosina e a ottime interpretazioni del cast, ma che, personalmente, non riesce per ora a entrare nella categoria must-watch delle serie TV. Una categoria che può essere raggiunta aggiungendo in una potenziale 2ª stagione più azione, più zombie, nonché qualche altro personaggio/villain longevo e di spessore in una struttura più televisiva, senza snaturare la storia originale.
Voto: 7,5
The Last of Us debutta in Italia, in contemporanea con gli USA, il 16 gennaio su Sky Atlantic e Now con il 1° episodio in versione sottotitolata (dal 23 gennaio quella doppiata), poi appuntamento ogni lunedì fino al season 1 finale del 13 marzo.
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