La serie live-action di One Piece è arrivata su Netflix con tutti gli otto episodi che compongono la stagione 1. I fan del manga di Eiichiro Oda e dell’anime prodotto da Toei Animation hanno finalmente potuto mettere gli occhi sul nuovo adattamento, ma anche i neofiti attendevano questo titolo tanto chiacchierato e pubblicizzato nel corso dei mesi.
La nuova serie TV live-action è chiamata a convincere il già vasto fandom e ad allargarlo con il nuovo pubblico che si avvicina per la prima volta a questo franchise. Ce la farà? Lo si può definire un adattamento soddisfacente e destinato a tutti?
La prima stagione del One Piece di Netflix adatta la saga del mare orientale in 8 episodi, in cui non mancano le modifiche e i tagli – doverosi per poter riuscire a completare l’arco – ma il risultato complessivo è una storia che mantiene la natura stravagante delle pagine di Oda senza stravolgere i fatti. La sceneggiatura, seppur non priva di difetti, ci offre una narrazione ibrida tra episodi seriali e volumi manga, dove si respira certamente l’aria del materiale originale, nonostante si siano smussati i suoi angoli bizzarri. Modifiche non solo nei toni ma anche nell’estetica, a cominciare da alcune caratteristiche dei personaggi, comunque non così determinanti.
A proposito di personaggi, il casting si dimostra appropriato e porta in scena volti e interpretazioni nel complesso convincenti, su tutti Luffy (Iñaki Godoy), Zoro (Mackenyu) e Buggy (Jeff Ward).
Promosse anche le scenografie, capaci di ricreare, dai villaggi alle navi, le ricche ambientazioni di questa prima saga, accompagnate dall’ottimo score del duo Sonya Belousova – Giona Ostinelli, ormai ben rodato in casa Netflix dopo The Witcher e The Romanoffs.
Non si può dire altrettanto bene per i costumi e per la prostetica, decisamente deficitari in questa prima stagione. Si aggiunge alle note negative anche la CGI, a tratti da serie B. Insomma, considerando il budget ingente di circa 140 milioni di dollari (17 milioni a episodio), il risultato finale poteva e doveva essere oggettivamente migliore.
Al netto degli inconfutabili difetti di cui sopra, il live-action di One Piece può essere considerato una trasposizione che, scendendo a compromessi creativi – rischiosi ma necessari – riesce a omaggiare il materiale originale portando dalle pagine al piccolo schermo il suo spirito e le sue atmosfere uniche, e imbocca così la giusta rotta verso l’apprezzamento dei fan di manga e anime. La creatura di Oda viene rispettata nei fatti e nella sua natura atipica e il cast ha compiuto il passo successivo creando col tempo una forte alchimia come ciurma, uno dei punti di forza del franchise.
Proprio per la fedeltà ai toni e alla storia originale, la stagione 1 avrà molto probabilmente difficoltà a conquistare il nuovo pubblico, chiamato, inoltre, a “digerire” una sceneggiatura a mo’ di volumi di un manga, non proprio da spettatore medio. Una storia che certamente diverte ma non architettata per lasciare a bocca aperta chi era estraneo all’universo di Oda.
A voi è piaciuta questa stagione? Siete fan del manga e/o dell’anime o è la prima volta che vi avvicinate a One Piece?